Tutto nasce dall’esigenza di trovare una soluzione efficace per eliminare la presenza di impurità negli impianti termici. Oltre a causa dei fanghi che si formano naturalmente negli impianti, spesso il pericolo di intasamento deriva da particelle estranee provenienti dall’ossidazione delle superfici metalliche, residui di materiali e lubrificanti utilizzati in fase di installazione o ancora frammenti rilasciati dagli stessi componenti del sistema.
Si tratta di particelle non sempre visibili, spesso con dimensioni davvero microscopiche (fino a 0,005 mm).
Tra i rischi più comuni della presenza di queste impurità ci sono una fastidiosa rumorosità intermittente e vibrazioni spesso forti, ma anche grippaggi, blocchi totali o parziali della circolazione e un più generale malfunzionamento dell’impianto. I rischi non finiscono qui. Col tempo, infatti, i depositi incrostati possono degenerare causando effetti corrosivi che alterano la geometria delle superfici e compromettono il funzionamento di pompe e valvole. Nelle forme più gravi, le degenerazioni possono addirittura portare a rotture di componenti metallici e tubazioni. Da non dimenticare che lo sporco accumulato tende a aderire progressivamente alle sedi delle valvole provocando sbilanciamenti, riducendo drasticamente la superficie di scambio degli scambiatori di calore e limitando sensibilmente la portata.
Di fronte al costante rischio di un impianto compromesso, in cui la facilità di gestione e manutenzione sono ostacolate e vengono messi a rischio il comfort climatico e il risparmio energetico, RBM ha effettuato una vera e propria ricerca specializzata nell’ambito della filtrazione magnetica.
Obiettivo: risolvere il problema a monte, sviluppando dei singoli componenti performanti, studiati in base a specifiche esigenze e orientati a ripristinare e conservare la massima efficacia ed efficienza di ogni impianto.
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